Determinanti sociali dell’equità nella salute: il nuovo report dell’OMS
A quasi 20 anni di distanza dalla pubblicazione del primo report dell’OMS, si può affermare che l’ingiustizia sociale continua a uccidere su larga scala.
A quasi 20 anni di distanza dalla pubblicazione del primo report dell’OMS, si può affermare che l’ingiustizia sociale continua a uccidere su larga scala.
Il decreto attuativo del 9 aprile 2025 destina oltre 1,3 miliardi di euro all’efficientamento energetico dell’edilizia residenziale pubblica e dei condomini abitati da famiglie a basso reddito, rappresentando una misura chiave del PNRR per la transizione ecologica e la giustizia sociale. Questo intervento mira a ridurre la povertà energetica, migliorando la qualità della vita e la salute delle famiglie più vulnerabili. Tuttavia, rimangono delle domande aperte: l’investimento può diventare un potente strumento di giustizia ambientale e sociale, oppure un’occasione mancata se non accompagnato da politiche di capacitazione locale e regole orientate all’equità?
Quasi 50 anni fa è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, fondato sui principi di universalismo, equità e solidarietà. Dove ci troviamo oggi? In una società che invecchia, dove si fa sempre più fatica a bilanciare i crescenti bisogni sanitari con le risorse disponibili per sostenere l’assistenza, rispondere a questa domanda è fondamentale. Su The Lancet Public Health, i Collaboratori Italiani dello Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) hanno pubblicato le stime per l’Italia per una serie di indicatori che fotografano la situazione attuale con evidenti differenze tra le macroregioni italiane.
Le condizioni di avversità vissute dai primi mesi fino a 16 anni di età possono influenzare negativamente la salute fisica e psichica e le condizioni economiche e sociali. Ma nel corso degli anni, in età giovane adulta, incidono sull’uso dei sistemi sanitario, sociale e di giustizia?
L’iniziativa “Frigo di Quartiere” si rivolge a famiglie e individui in condizioni di vulnerabilità economica, proponendo una soluzione innovativa alla lotta contro lo spreco alimentare e al miglioramento delle condizioni di vita. Attraverso un approccio inclusivo, coinvolge comunità multiculturali e intergenerazionali, rafforzando i legami sociali e promuovendo un senso di solidarietà e partecipazione nei quartieri di Torino.
“Nodo alla gola” è il titolo, tragico ma di certo esemplificativo, dell’ultimo rapporto redatto dall’Associazione Antigone, che dal 1998, con l’autorizzazione del Ministero della Giustizia, visita periodicamente i quasi duecento istituti penitenziari italiani al fine di documentare le condizioni di vita delle persone detenute.
Fra le buone pratiche inserite all’interno di CARE è presente Community-based Health and First Aid Action (Salute e pronto soccorso in azione su base comunitaria), progetto realizzato in Irlanda e implementato in sei penitenziari del Paese, con il coinvolgimento della popolazione detenuta e degli operatori della Croce Rossa irlandese.
Gli ex carcerati oltre all’urgenza di reinserirsi nella vita quotidiana con le incombenze che implica corrono un maggiore rischio di morire soprattutto nelle settimane successive al rilascio per cause ampiamente prevenibili.
Intervista a Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino.
Nel mese di aprile e di maggio 2024 si sono tenuti due importanti convegni: il primo, a Riccione dell’Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) e il secondo, a Palermo, della Società Italiana di Medicina delle Migrazioni (SIMM). Pur essendo l’uno più quantitativo e l’altro più qualitativo, troviamo molti punti di sovrapposizione nei temi trattati, in particolare per quanto riguarda le disuguaglianze di salute.