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Disuguaglianze di salute

Primi anni di vita

primi anni di vita 2Il contesto dei primi anni di vita degli individui influenza le capacità di apprendimento, il successo scolastico, la partecipazione economica, la cittadinanza sociale e la salute. Il livello di sviluppo delle capacità cognitive e non cognitive è condizionato dall’ambiente della prima infanzia, che influisce sulle traiettorie di crescita fisica, cognitiva e socio-emozionale. Ecco perché gli investimenti rivolti ai bambini nella prima infanzia – che si estende dalla fase prenatale agli 8 anni – costituiscono una delle leve più rilevanti per ridurre le iniquità di salute. È necessario sostenere madri e bambini da prima del concepimento ai primi anni di vita, assicurando ai bambini ambienti di vita sicuri, salutari, educativi, capaci di fornire cura e supporto.

Prima infanzia e disuguaglianze di salute

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Agire precocemente, fin dai primi anni di vita favorisce lo sviluppo fisico e mentale del bambino con benefici che hanno un impatto sulla vita adulta. Se gli interventi si indirizzano ai gruppi sociali più svantaggiati contribuiscono all’inclusione sociale e all’equità. Vi è però la necessità di disporre di indicazioni specifiche e quanto più possibile dettagliate sull’impatto dei diversi tipi di intervento sul contrasto alle disuguaglianze.

Con questo obiettivo Dors ha prodotto 3 report:  uno focalizzato sugli interventi prenatali e postnatali;  uno sul supporto alla genitorialità e uno sulle visite domiciliari.

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Se si cambia l’inizio di una storia si può cambiare tutta la storia

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Il documento Nurturing Care for Early Childhood Development è nato in risposta alle robuste evidenze scientifiche (the Lancet Series ) che riconoscevano l’importanza e la criticità dei primi anni di vita, per lo sviluppo del bambino. E’ stato elaborato da WHO, UNICEF e la World Bank, in collaborazione  con Partnership for Maternal, Newborn & Child Health, Early Childhood Development Action Network and numerosi altri partner.

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Nascere in Piemonte: i dati del nuovo atlante sul percorso nascita

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Dal 2006 al 2016 il numero complessivo dei nati è in calo, da 36.902  si passa a 30.526. In aumento i figli di donne straniere che passano dal 20,2% nel 2006 al 27,9% nel 2016. Più alta la probabilità di essere seguite in consultorio soprattutto per le donne giovani, meno istruite, disoccupate, straniere. Questi alcuni dei dati contenuti nell’atlante Nascere in Piemonte: percorso nascita regionale relativo all’analisi dei Certificati di Assistenza al Parto, dal 2006 al 2016, compilati per donne residenti in Piemonte che hanno partorito in regione.

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Le buone pratiche per gli interventi e le politiche orientate all’equità

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Durante le due giornate formative si è parlato anche di buone pratiche, in particolare quelle orientate all’equità. Una buona pratica secondo la definizione di Kahan e Goodstadt del 2001 è “un intervento, una attività, un programma che “in armonia con i principi, i valori, le credenze e le prove di efficacia e ben integrato con il contesto ambientale, è tale da poter raggiungere il miglior risultato possibile in una determinata situazione”.

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Più problemi mentali per i figli degli immigrati dal Sud negli anni del boom economico

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Lo rileva uno studio realizzato dall’Università di Torino e dal Servizio di Epidemiologia della ASL TO3 che ha analizzato la salute mentale dei figli di immigrati dal Sud Italia negli anni 50-70, che hanno vissuto la loro infanzia a Torino durante il miracolo economico, confrontandola con quella dei figli di nativi.Leggi tutto »Più problemi mentali per i figli degli immigrati dal Sud negli anni del boom economico

I figli di donne straniere si vaccinano meno? Dipende

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Uno studio multicentrico coordinato dall’Istituto superiore di sanità , i cui risultati sono stati presentati al convegno annuale dell’Associazione italiana di epidemiologia (AIE), ha analizzato le differenze nelle vaccinazioni infantili tra bambini italiani e stranieri provenienti dai paesi a forte pressione migratoria.

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Str.A.Da. Strumenti per l’accesso ai dati e indicatori di salute

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Str.A.Da. raccoglie i principali sistemi di accesso, disponibili sul web, per la consultazione, l’estrazione e l’utilizzo di dati e indicatori utili per la costruzione e la produzione di profili e rapporti di salute a diversi livelli territoriali della regione Piemonte. Recentemente sono anche state inserite fonti con dati raccolti a livello europeo.

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Continuano i lavori della Joint Action Health Equity Europe (JAHEE)

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E’ in corso il progetto europeo JAHEE, termine che in swahili significa “dignità”, ed è l’acronimo di Joint Action Health Equity Europe, per il contrasto alle disuguaglianze sociali nella salute finanziato dalla Commissione europea nell’ambito del terzo Health Programme 2014-2020.

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