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Disuguaglianze di salute

Articoli scientifici

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L’universalismo sanitario in Italia: un mito da sfatare

Quasi 50 anni fa è stato istituito il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) italiano, fondato sui principi di universalismo, equità e solidarietà. Dove ci troviamo oggi? In una società che invecchia, dove si fa sempre più fatica a bilanciare i crescenti bisogni sanitari con le risorse disponibili per sostenere l’assistenza, rispondere a questa domanda è fondamentale. Su The Lancet Public Health, i Collaboratori Italiani dello Global Burden of Diseases, Injuries, and Risk Factors Study (GBD) hanno pubblicato le stime per l’Italia per una serie di indicatori che fotografano la situazione attuale con evidenti differenze tra le macroregioni italiane.

Quale assistenza i paesi ricchi offrono alle donne immigrate prima, durante e dopo la gravidanza?

Le donne immigrate di prima generazione che arrivano nel paese ospitante incinte o dopo aver partorito, hanno particolare bisogno di cure e assistenza, a causa delle condizioni di stress che hanno già vissuto nei paesi di origine e durante il viaggio migratorio. Ma quali sono gli interventi che più funzionano?

Bambini e adolescenti provati da esperienze negative diverranno i più assidui utenti dei servizi sanitario, sociale e giudiziario

Le condizioni di avversità vissute dai primi mesi fino a 16 anni di età possono influenzare negativamente la salute fisica e psichica e le condizioni economiche e sociali. Ma nel corso degli anni, in età giovane adulta, incidono sull’uso dei sistemi sanitario, sociale e di giustizia?

La debolezza del sistema dei dati sanitari

In Italia i dati sanitari sono frammentati, manca un sistema centralizzato di condivisione delle cartelle cliniche, di quelle ospedaliere e dei medici di base. In termini di disuguaglianze di salute, la situazione potrebbe peggiorare con la recente legge sull’autonomia differenziata che decentralizzerà ancora di più la gestione sanitaria, aumentando le differenze e le disparità tra le regioni.

Rischio di mortalità sul posto di lavoro e determinanti sociali tra i lavoratori migranti

I lavoratori migranti corrono un rischio maggiore di infortuni mortali sul lavoro nonostante siano generalmente più sani rispetto ai lavoratori locali. I determinanti in gioco hanno a che fare con problemi di sicurezza sul lavoro, ma anche con fattori più strutturali e legati alle condizioni di lavoratore migrante. Questi i risultati principali di una recente revisione sistematica pubblicata sulla rivista The Lancet Public Health.

Il ruolo dei determinanti sociali sulle patologie cardiovascolari

Le patologie cardiovascolari (CVD) causano 17,9 milioni di morti premature all’anno a livello mondiale. Tra il 1990 e il 2019 si è osservato un aumento molto rilevante: si è passati da 12,1 milioni a 18,6 milioni di morti per tali patologie. I determinanti sociali definiti come le condizioni in cui le persone nascono, vivono e invecchiano possono avere un forte impatto sulle CVD, e tenerne adeguatamente conto può essere di rilievo per le politiche di prevenzione.

Qual è lo stato di salute di chi abita il carcere? I risultati di una revisione

La revisione Favril pubblicata su Lancet Public Health nel 2024, presenta l’epidemiologia delle malattie mentali e fisiche diffuse tra i detenuti nelle carceri di tutto il mondo. In dettaglio è stata analizzata la prevalenza di disturbi mentali e fisici ed è emerso che nelle carceri il tasso è almeno il doppio rispetto a quello della popolazione generale.