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Disuguaglianze di salute

I materiali e le interviste ai protagonisti – dal convegno “La comunità che fa salute. Le microaree di Trieste per l’equità”

Tempo di lettura: 4 minuti

E’ appena terminato il convegno di due giorni sull’esperienza delle ‘Microaree’ della città di Trieste, una modalità nuova e innovativa di intervento integrato fra sanità, sociale, azienda che gestisce le case di edilizia popolare, terzo settore, volontariato e cittadini. Un progetto che viene da lontano, dal processo di deistituzionalizzazione nella salute mentale, iniziato proprio fra queste mura da Basaglia e dai suoi collaboratori, e che poi si è esteso anche ai servizi di medicina territoriale. Un modo innovativo di sviluppare i servizi con le comunità locali che si è dimostrato efficace nel produrre capitale sociale e salute.


Sono disponibili tutti i materiali e le presentazioni del convegno La comunità che fa salute. Le microaree di Trieste per l’equità. I video degli interventi sono disponibili nella PLAYLIST:” la comunità che fa salute” del canale Youtube di ASUITs.

Al termine del Convegno è stata redatta La Dichiarazione di Trieste su La comunità che fa salute
approvata per acclamazione in chiusura di convegno e sottoscritta dagli Enti promotori di Habitat Microaree e dal Comitato Scientifico.


 

Abbiamo intervistato due dei protagonisti di questa esperienza, chiedendo loro di raccontarci le prime reazioni al Convegno: risultati, nuove sfide ed impegni futuri.

Dovendo dare un titolo a queste interviste e ai risultati di questo convegno vi proponiamo la frase con la quale sir Michel Marmot ha concluso la sua presentazione: ‘Benvenuti nella terra della fantasia”.

Paoletti Flavio, Direttore dei Servizi Sociosanitari dell’Azienda Universitaria Integrata di Trieste

Il primo risultato importante di questo convegno è rappresentato dal contributo delle due ricerche presentate sulla valutazione di impatto di questo intervento sul capitale sociale e sulla salute dei cittadini e delle comunità.

Abbiamo visto che siamo sulla strada giusta e che dobbiamo continuare sul solco tracciato dall’esperienza sviluppatasi fino ad ora. Abbiamo verificato quanto sia importante lavorare per colmare le disuguaglianze sociali e di salute, ma anche aumentare i servizi in modo integrato e congiunto, facendo leva su quel welfare generativo con i cittadini. Questo per far sì che le disuguaglianze siano ridotte e si possa sviluppare un concetto di salute con e per i cittadini.

L’obiettivo del Convegno è anche quello di diffondere a livello nazionale ed internazionale questa importante esperienza con dei dati scientifici in modo da rendere visibile la bontà del progetto, ma anche rendere possibile la trasferibilità di un modello per noi innovativo, ma penso innovativo anche in campo europeo.

Un augurio che voglio fare ai partecipanti è quello di tornare a casa e pensare a queste due giornate così belle e così intense e dire che si può fare.

Maria Grazia Cogliati Dezza, medico psichiatra

Adesso sono in pensione, ma ho svolto il ruolo di Direttore di un Distretto Sanitario e Coordinatore Sociosanitario dell’Azienda Sanitaria numero 1 di Trieste. Dopo il pensionamento, visto che avevamo già attivato il lavoro delle ricerche per una valutazione esterna sul progetto delle Micro aree,  l’Azienda, verso la fine del 2015, mi ha conferito un incarico onorario gratuito per accompagnare le ricerche stesse e realizzare un evento pubblico finalizzato alla circolazione delle idee e al confronto tra esperienze similari. Del convegno sono stata per l’azienda sanitaria di Trieste la responsabile scientifica.

I risultati di questo convegno mi paiono molto buoni:

1) iniziando dalla affluenza, abbiamo avuto oltre 350 partecipanti.

2) Abbiamo potuto ascoltare relazioni e contributi di livello, molto interessanti, italiani, inglesi, sloveni e spagnoli  con una notevole partecipazione da parte dei convegnisti, invitati alla discussione tra una sessione e l’altra.

3) Gli esiti di salute e lo sviluppo di capitale sociale prodotti dal programma Habitat-Microaree sono stati documentati dalle due università di Torino e di Udine che, attraverso sistemi valutativi sperimentali  e innovativi, ci hanno restituito una immagine positiva e di valore del lavoro che da anni stiamo svolgendo.

Si e’ creato un clima di grande empatia e di passione fra le persone, per le tante proposte che sono arrivate a vari livelli: culturale, organizzativo, valutativo, da e di pratiche innovative intorno a temi di lotta alle disuguaglianze, di affermazione di diritti .

Penso che i convegnisti abbiano apprezzato questa speranza di futuro, l’abbiano vissuta come una ventata di ossigeno: come poter agire in situazioni di grandi difficoltà, dove spesso il diritto alla salute e al benessere dei cittadini è un diritto negato; ascoltare pratiche di equità che si vanno realizzando ormai da  13 anni; una realtà in movimento che, i dati lo hanno dimostrato, ha dato delle risposte sia sul fronte strettamente sanitario, in termini di risultati di salute, sia in termini di sviluppo di capitale sociale e di ricadute di questo sulla salute dei cittadini.  Non capita frequentemente e chi lavora in queste situazioni ha bisogno di speranza e di sapere che SI PUO’ FARE!!! Anche se le difficoltà non sono poche.

Speravamo che nel convegno si realizzassero scambi, ci fosse empatia, un ritrovarsi fra soggetti diversi. Ed è accaduto. Abbiamo chiesto ai partecipanti alla tavola rotonda una valutazione del programma “Habitat e micro aree” e la possibilità di far circolare queste idee, la cultura sottesa, le modalità di intervento e di valutazione. Abbiamo chiesto di impegnarsi perché questa diffusione possa avvenire e possano attivarsi relazioni tra diverse esperienze. L’oggetto della discussione  è la medicina di territorio, la qualità dei servizi territoriali, l’integrazione che si pratica, la soggettivazione del “malato”, l’alleanza con la comunità, la valorizzazione delle risorse presenti. Per ridurre le disuguaglianze ancora presenti a livello sociale e di salute.

Nota : Chiunque fosse interessato a questa esperienza e ai risultati del convegno può rivolgersi all’Azienda Sanitaria Universitaria Integrata di Trieste, in particolare al Direttore dei Servizi Sociosanitari Flavio Paoletti. Tutti  possono impegnarsi  per  ampliare la rete dei contatti e tenere vivo il dibattito.

Intervista a cura di Maurizio Marino, Servizio Sovrazonale di Epidemiologia, ASL TO3, Regione Piemonte.