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Disuguaglianze di salute

Cambiamenti climatici e salute: l’importanza dei co-benefici sanitari nelle politiche di mitigazione

a polar bear in the water with a blue bag
Tempo di lettura: 3 minuti

È uscito in questi giorni un supplemento alla rivista “Epidemiologia e Prevenzione” interamente dedicato al tema dei cambiamenti climatici e del rapporto con la salute della popolazione esposta.

Nell’editoriale si mette in luce come in questo momento storico, ci si trovi di fronte a due sfide cruciali, la lotta ai cambiamenti climatici e la ripresa dalla pandemia COVID-19, considerata da molti un’opportunità unica.

La legge europea sul clima stabilisce un obiettivo giuridicamente vincolante di emissioni nette di gas serra pari a zero entro il 2050. Ogni Stato membro è tenuto a adottare misure per raggiungere l’obiettivo, tenendo conto dell’importanza di promuovere l’equità e la solidarietà tra i Paesi.

Come sottolinea l’editoriale, in Italia, come nella maggior parte dei Paesi europei, la salute ha ancora un ruolo marginale o addirittura inesistente nelle politiche climatiche. Se da un lato il 37% dei finanziamenti europei è destinato all’azione per il clima, una quota minore è destinata alle azioni di adattamento e in Italia solo l’8,16% spetta al settore sanitario, a dimostrazione dello squilibrio verso la salute.

 Gli autori sottolineano che la sfida da affrontare nei prossimi anni per raggiungere gli obiettivi fissati dagli accordi europei e nazionali è quella di promuovere interventi climatici che abbiano molteplici benefici per la salute e, allo stesso tempo, riducano le emissioni, la cosiddetta politica dei co-benefici. Le politiche rilevanti in grado di produrre co-benefici sono quelle incentrate sulla pianificazione urbana, sull’alimentazione e sui trasporti. La confluenza delle politiche di mitigazione dei cambiamenti climatici con quelle relative alla prevenzione delle malattie può anche portare a sostanziali benefici economici.

Gli autori concludono l’editoriale scrivendo “Appare chiaro che porre la salute pubblica al centro di una risposta allineata alla crisi climatica è l’unica strada percorribile per garantire un futuro più sano e sostenibile. È necessario dedicare maggiori sforzi e risorse all’azione e migliorare l’efficacia dei piani e delle azioni, riducendo la vulnerabilità, aumentando la resilienza ed evitando il disadattamento.  Gli impatti positivi sulla salute di molte misure di mitigazione possono contribuire ad affrontare priorità sanitarie più ampie e a sottolineare l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico”.


Gli articoli presenti nel numero monografico (accessibili a testo intero in forma gratuita)

Il primo articolo a cura di Alfano et al. descrive gli indicatori di cambiamento climatico relativi alla salute per l’Italia, adattati e perfezionati dal rapporto globale Lancet Countdown del 2022.

I risultati dei 12 indicatori mostrano che l’Italia è particolarmente vulnerabile ai cambiamenti climatici per la sua posizione geografica, il suo ambiente costruito e la distribuzione della popolazione.

Come riportato sia nel rapporto Lancet Countdown globale che in quello europeo, gli impatti osservati dei cambiamenti climatici non sono uniformi in tutta Italia, con alcune aree e i gruppi più vulnerabili che sono sproporzionatamente a rischio.

Il secondo articolo di Stafoggia et al. si concentra sugli impatti dell’inquinamento atmosferico e del calore sulla mortalità, fornendo ulteriori prove sull’onere sanitario di due esposizioni legate al clima. Per quanto riguarda l’esposizione cronica al PM2.5, in media 72.083 decessi (11,7%) erano attribuibili a livelli medi annui di PM2.5 superiori all’ultimo valore AQG (Air Quality Guidelines dell’OMS 2021) e, di questi, circa la metà erano stimati nelle sole regioni della Pianura Padana (Italia settentrionale).

Per quanto riguarda gli effetti acuti dell’esposizione al calore, circa 14.500 decessi (2,3%) sono stati attribuiti all’aumento della temperatura giornaliera. I risultati forniscono informazioni utili sugli impatti e su dove dovrebbero essere indirizzate le misure di risposta al clima in Italia.

Il terzo articolo di Mangone et al. indaga l’impatto planetario (emissioni di gas serra e uso del suolo) e sanitario (malattie non trasmissibili e incidenza e mortalità per cancro) delle abitudini alimentari utilizzando i dati di EPIC, una coorte italiana basata sulla popolazione, e mostra il doppio vantaggio di limitare il consumo di carne e promuovere l’assunzione di verdure e legumi, come suggerito anche da linee guida come quelle della commissione EAT-Lancet, che includono gli impatti sulla salute e sull’ambiente.

Il quarto articolo di Silenzi et al. indaga il nesso tra cambiamenti climatici, migrazioni e salute a livello globale e italiano e suggerisce che il passaggio a “sistemi sanitari resilienti al clima” sia un’utile misura precauzionale per affrontare questo tema interconnesso e complesso.


Accedi al numero monografico completo Climate change and health: the importance of health co-benefits in mitigation policies | Epidemiologia&Prevenzione (epiprev.it)

Sintesi e traduzione a cura di Luisella Gilardi, Centro di Documentazione per la Promozione della Salute, Regione Piemonte

luisella.gilardi@dors.it

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