Vai al contenuto

Disuguaglianze di salute

I figli di donne straniere si vaccinano meno? Dipende

Tempo di lettura: 2 minuti

Uno studio multicentrico coordinato dall’Istituto superiore di sanità , i cui risultati sono stati presentati al convegno annuale dell’Associazione italiana di epidemiologia (AIE), ha analizzato le differenze nelle vaccinazioni infantili tra bambini italiani e stranieri provenienti dai paesi a forte pressione migratoria.

Ha coinvolto i bambini residenti in tre ASL nelle città di Torino, Treviso e Roma e ha messo in luce interessanti differenze tra i centri, in funzione del tipo di vaccino e del periodo temporale considerato. In particolare, gli autori hanno analizzato le differenze nelle coperture vaccinali tra i bambini italiani e stranieri nati negli anni 2009-2014, tenendo in considerazione le caratteristiche socio-demografiche della madre, l’utilizzo dei servizi di assistenza in gravidanza e alcuni esiti neonatali. I vaccini presi in esame rappresentavano le 10 principali vaccinazioni infantili: quella contro il tetano (a rappresentare la vaccinazione esavalente (tetano-difterite-pertosse-polio-epatite B-haemophilus influenzae tipo b), quella contro il morbillo (per la trivalente morbillo-parotite-rosolia) e quella contro il meningococco C.

Le maggiori differenze a scapito dei figli di donne immigrate si osservano a Roma, dove le coperture vaccinali, indipendentemente dalla cittadinanza, appaiono generalmente più basse che negli altri centri, probabilmente anche a causa della mancanza di una rilevazione sistematica delle vaccinazioni effettuate al di fuori della ASL di residenza.

A Torino i bambini stranieri hanno una copertura molto più bassa degli italiani per la terza dose della vaccinazione antitetanica , per la quale è maggiore l’impatto dell’alta mobilità della popolazione straniera, che non consente un follow-up completo del ciclo vaccinale ; viceversa, i bambini stranieri hanno una copertura più alta o simile a quella dei bambini italiani per i vaccini contro il meningococco C e il morbillo, i quali prevedono un’unica dose nei primi 5 anni di vita.

Infine, a Treviso si osserva per tutti e 3 i vaccini analizzati un’inversione di tendenza nel triennio 2012-2014 rispetto a quello precedente. Negli anni più recenti, infatti, la copertura vaccinale è maggiore tra i bambini stranieri che tra gli italiani, soprattutto a causa di una forte riduzione tra questi ultimi: ciò potrebbe essere in gran parte dovuto all’aumento del fenomeno dell’“esitazione vaccinale”, che ha verosimilmente un maggiore impatto tra i genitori italiani.

Laddove osservate, inoltre, le differenze persistono anche dopo l’aggiustamento per le caratteristiche socio-demografiche della madre e per gli indicatori di accesso all’assistenza e di esiti neonatali, segno della presenza di altre barriere alla vaccinazione infantile tra gli stranieri, che sarà necessario indagare nel dettaglio e tenere in considerazione nelle future campagne vaccinali.

Accedi alle presentazioni dei 3 studi (slide in pdf)

Studio di coorte retrospettivo sulle differenze di copertura vaccinale tra bambini italiani e stranieri residenti nella ex Asl Roma B :

Studio di coorte retrospettivo sulle differenze di copertura vaccinale tra bambini italiani e stranieri residenti nella città di Torino :

Studio di coorte retrospettivo sulle differenze di copertura vaccinale tra bambini italiani e stranieri residenti nella ex ULSS-9 di Treviso 

 

Sintesi a cura di Teresa Spadea (1) e Massimo Fabiani (2)  

(1) Servizio Sovrazonale di Epidemiologia ASL TO3

(2) Istituto Superiore di Sanità