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Disuguaglianze di salute

Diventare più forti in tempo di crisi: investire sul benessere e la salute di giovani e anziani
Il Report di EuroHealthNet

Tempo di lettura: 6 minuti

Il 31 maggio 2022 si è svolto il seminario annuale di EuroHealthNet sul tema degli investimenti sulla salute per promuovere benessere ed equità, soprattutto per le categorie vulnerabili, nel quadro dell’attuale periodo di crisi.

Crisi climatica, aumento delle disuguaglianze, cambiamento demografico, la Guerra in Ucraina hanno un impatto profondo sul benessere e la salute delle comunità, e la domanda a cui rispondere è: come affrontare queste sfide e diventare più forti in tempi di crisi? Questa domanda riguarda in particolare gli adolescenti/giovani e gli anziani, che attraversano le fasi cruciali del ciclo di vita, le cui conseguenze impattano nel lungo periodo sulla resilienza dell’intero sistema sanitario e della società in generale: ecco perché bisogna dare priorità a una salute equa e al benessere per bambini, ragazzi, giovani, anziani, famiglie comprese, garantendo le condizioni e le risorse essenziali per vivere un vita di qualità. Un aiuto può giungere da modelli economici e assistenziali alternativi, e da investimenti private e pubblici “socialmente responsabili”.

Hanno partecipato al seminario 105 esperti e decisori politici, provenienti da più di 20 Paesi, che hanno discusso le condizioni necessarie affinchè tutti i membri della società, inclusi giovani e anziani, possano sentirsi competenti e valorizzati all’interno della propria comunità. Sono stati presentati approcci e tipologie di investimenti innovative, tra cui ad esempio l’economia della felicità, nel contesto della politica europea, con un focus sull’impatto di tali strumenti sull’equità nella salute.


Ecco una selezione di relazioni interessanti:

  • prof. Elkimo, direttore di CHAIN – Centre for Global Health Inequalities Research dell’Università norvegese, non esiste un Sistema di sorveglianza globale/mondiale che misuri le disuguaglianze di salute nel tempo, nè vi sono meccanismi per catturare le disuguaglianze di salute da un punto di vista genetico o sociale, perciò non è dato sapere la reale ampiezza del problema; non vi è neppure chiarezza su quali politiche o interventi siano più efficaci perchè spesso si tratta di lavori isolati e poco conosciuti. Uno studio importante è quello effettuato da CHAIN e IHME – Institute for Health Metrics and Evaluation nel 2021, che ha dimostrato che ogni anno in più di istruzione/formazione dei genitori aumenta la possibilità di sopravvivenza di un bambino nei suoi primi 5 anni di vita (https://eurohealthnet.eu/publication/education-provides-a-path-to-reduced-child-mortality-new-chain-ihme-study-finds/).
  • Il prof. Jourdan dell’UNESCO ha parlato delle scuole come di luoghi che promuovono salute e resilienza in Europa, evidenziando che l’istruzione/educazione influenza fortemente la salute di bambini e adolescenti che trascorrono il 40% del loro tempo a scuola, che buoni programmi school-based universali o selettivi contribuiscono alla riduzione delle disuguaglianze di salute, che i programmi di educazione/promozione della salute school-based sono validi dal punto di vista costo-efficacia e del ritorno dell’investimento. Una salute qualitativamente povera influisce sull’apprendimento: la salute deve perciò essere parte integrante delle politiche e della gestione scolastica, con iniziative volte a creare condizioni favorevoli all’educazione e ai successi scolastici, adattate alle circostanze personali e sociali. Andrebbe introdotta l’health literacy come modo per sviluppare competenze per proteggere la propria salute e quella della propria famiglia, e partecipare attivamente alle decisioni in materia di salute.
  • La dott.ssa Williams, ricercatrice dell’European Observatory on Health Systems and Policies, ha presentato i risultati raccolti nel report “Economics of Healthy and Active Ageing Series”, sfatando le credenze comuni secondo cui la popolazione che invecchia rallenta la crescita economica, le persone più anziane sono economicamente meno produttive, producono minor gettito fiscale e comportano spese sanitarie più alte: dal Report infatti si evince che una forza lavoro anziana “in salute” è associata a una previsione di crescita/produttività economica, il contrario avviene quando si tratta di persone con una salute scarsa, perciò il fattore determinante non è l’età ma la salute. E’ importante perciò promuovere un invecchiamento attivo attraverso programmi politici e azioni multisettoriali mirate ai determinanti sociali della salute (https://eurohealthobservatory.who.int/publications/i/how-will-population-ageing-affect-health-expenditure-trends-in-australia-and-what-are-the-implications-if-people-age-in-good-health).

Tra i modelli e gli strumenti alternativi proposti:

  • L’Economia del benessere. Promosso e sostenuto dalla SOSTE – Finnish Federation for Social Affairs and Health, tale concetto è stato recentemente valorizzato e adottato da vari enti quali l’OECD –  Organisation for Economic Co-operation and Development. Non è definibile in modo univoco, ha caratteristiche comuni trasversali a vari approcci adottati dalle organizzazioni internazionali non profit e dai ricercatori. E’ fondamentalmente un modello economico che porta benefici alla comunità, al pianeta, assicurando dignità ed equità (https://eurohealthnet.eu/wp-content/uploads/publications/2022/2205_policyprecis_economyofwellbeingforhealthequity.pdf)

  • le raccomandazioni derivanti dalla Joint Action on Health Equity Europe (JAHEE). JAHEE (https://jahee.iss.it), finanziato dalla Commissione Eu e coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità, ha promosso il dialogo con i decisori politici al fine di promuovere l’equità nella salute a livello degli Stati membri EU aderenti, individuando riforme strutturali (metodi gestionali, organizzativi, valutativi orientati all’equità) da attuare nel post COVID-19 per una ripresa dei sistemi sanitari a livello europeo caratterizzata da qualità e resilienza. I risultati di JAHHE possono facilitare la realizzazione delle azioni dei Piani nazionali di Ripresa e Resilienza, sostenendo ad esempio gli Health Equity Impact Assessments e gli Health Equity Audits. https://jahee.iss.it/wp-content/uploads/2020/12/Policy-Briefing_JAHEE-brief-Recovering-from-COVID-final.pdf
  • the Green Paper on Ageing, prodotto dalla Commissione Europea nel 2021 (https://ec.europa.eu/info/sites/default/files/1_en_act_part1_v8_0.pdf) , focalizzato sulla promozione della solidarietà/responsabilità intergenerazionale, sull’invecchiamento attivo, sulla resilienza dei sistemi sanitari e la modernizzazione della protezione sociale, sulla cui base a settembre 2022 è stata costruita la European Care Strategy , da adottare nei prossimi mesi, incentrata sui bisogni di assistenza/cura a lungo termine, sui bisogni educativi ed assistenziali nella prima infanzia, sul rinforzo dell’uguaglianza di genere e dell’equità sociale, e su strategie di sviluppo del mercato del lavoro attraverso nuove tecnologie e più adeguate misure di conciliazione vita-lavoro (https://ec.europa.eu/info/law/better-regulation/have-your-say/initiatives/13298-European-care-strategy_en).

A conclusione dei lavori del meeting, Tatjana Buzeti, funzionaria dell’European Office for Investment for Health and Development di WHO e Caroline Costongs, direttrice di EHN, hanno sintetizzato alcuni concetti chiave:

  • La discussione sui determinanti sociali della salute ha dimostrato, ancora una volta, che le condizioni che contribuiscono a mantenere il divario di salute vanno oltre la questione dell’accesso ai servizi sanitari, includendo la sicurezza reddituale e la protezione sociale, le condizioni abitative, il capitale sociale e umano, e le condizioni occupazionali e lavorative
  • Uno degli investimenti necessari per ridurre le disuguaglianze di salute, perciò, riguarda i bisogni di base delle persone. EHN ha partecipato a un workshop organizzato dal governo belga su “L’Europa Sociale del Domani” per i giovani e sul ruolo dell’UE per la loro salute. In particolare, è emerso come siano necessarie persone giovani che facciano da leaders in Europa, che diano una visione di speranza per il futuro, e ispirino generazioni odierne e future a rendere il mondo un posto migliore in cui vivere.
  • La sanità pubblica può giocare un ruolo cruciale rispetto all’aumento della “alfabetizzazione finanziaria” (financial literacy) e alla comprensione dei suoi meccanismi, garantendo maggiore efficacia alle azioni di advocacy riguardanti gli investimenti nella promozione della salute. Proprio per questo, WHO vuole essere un partner chiave per creare un nuovo concetto di economia del benessere, definita come una possibile “via di uscita”, che abbia come nucleo centrale l’equità, e spinga verso investimenti di salute con l’obiettivo di creare sistemi sanitari e di welfare e società più resilienti.
  • Il concetto di Economia del benessere (o Economia della felicità) è più ampio rispetto al tema salute, e le priorità dovrebbero risiedere nella misurazione/rilevazione dei vantaggi e dei benefici correlati alla salute: affinché possa nascere e progredire un ecosistema del benessere, sarà necessario infatti mettere in campo molti indicatori, inclusi i markers per la pace e la stabilità, unitamente a un set di politiche per la riduzione delle disuguaglianze in tutti i settori. L’Economia della felicità va inoltre collegata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e deve rientrare in una agenda del benessere a livello europeo e delle singole nazioni.

L’economia del benessere dà una visione di speranza, e mostra che possiamo acquisire un potente fondamento sociale attraverso i vari strumenti europei, come l’European Pillar of Sociale Rights e la European Care Strategy, che possono avere un impatto vantaggioso e benefico sulla salute. Il concetto dell’economia del benessere è dunque da considerarsi una prospettiva alternativa per andare avanti, che richiede la cooperazione internazionale e un cambiamento totale del sistema, insieme a una nuova modalità di lavoro per i professionisti sanitari all’interno di altri settori.

I risultati del seminario sono stati oggetto di riflessione durante il General Council Meeting di EHN del 1 giugno 2022, al termine del quale è stato prodotto il Report annuale con alcune sollecitazioni rivolte ai i governi europei affinché mettano al centro il benessere.
Queste le dichiarazioni del Report del I giugno:

Dobbiamo costruire resilienza in questi periodi di cambiamento attraverso il lancio del Piano di Sviluppo Strategico 2021 – 2026, la promozione/diffusione dell’Economia del Benessere e degli European Pillar of Social Rights in quanto strumenti di investimento riguardo i determinanti di salute, l’inserimento di una prospettiva verso l’equità nella salute all’interno dei programmi di politica EU quali i Recovery and Resilience Funds, la European Health Union, la EU Child Guarantee, e l’European Care Strategy

(https://eurohealthnet.eu/publication/eurohealthnet-announces-new-president-and-launches-its-annual-report-2021-22/)

Riferimenti sitografici:


A cura di Rita Longo – DoRS – Centro di Documentazione per la Promozione della Salute