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Disuguaglianze di salute

TILDE: donne, lavoro, educazione e il valore di una rete

Tempo di lettura: 2 minuti

A Settimo Torinese e in altri sei comuni dell’Unione dei Comuni Nord Est Torino (Unione NET) è attivo, dal 2023, il progetto TILDE – Territori che Integrano Lavoro, Donne ed Educazione, un’iniziativa triennale che terminerà nel 2026 e che ha già coinvolto oltre 250 donne con figli minori. L’obiettivo è sostenere il loro percorso verso il lavoro, attraverso servizi educativi per i figli, formazione, tirocini e una rete locale che mette insieme pubblico, privato e terzo settore.
Un progetto che parla di conciliazione tra vita familiare e lavorativa, ma che si muove anche dentro le disuguaglianze di genere, spesso invisibili ma molto presenti nella vita quotidiana. TILDE, in questo senso, non è solo un insieme di azioni concrete: è anche un’occasione per osservare da vicino come le politiche del lavoro, dell’educazione e del welfare possano (o meno) dialogare tra loro e creare le condizioni per una vera equità.
Il valore educativo ed emancipativo dell’intervento riguarda non solo le donne, ma anche i loro figli, coinvolti in attività pomeridiane che aiutano a ridurre il peso della cura sulle madri e offrono ai bambini e alle bambine opportunità di crescita.

Sarebbe interessante, a conclusione del progetto, provare a monitorarne l’impatto non solo in termini di numeri – che pure raccontano molto: oltre 250 donne coinvolte, 210 prese in carico, 70 inserimenti lavorativi, 12 tirocini attivati, più di 150 attività formative e 381 figli minori coinvolti in percorsi educativi – ma anche in termini di trasformazioni relazionali e culturali. Le donne si sentono più libere? Più autonome? Più supportate? E le comunità locali hanno imparato qualcosa da questa esperienza? È su queste domande che si gioca la sostenibilità vera di interventi come TILDE.

Questa iniziativa può offrire spunti interessanti anche in relazione all’attuazione del DM 77/2022, che prevede un rafforzamento dell’assistenza territoriale attraverso modelli come le Case della Comunità. TILDE mostra come la promozione della salute possa nascere anche da politiche che non sono strettamente sanitarie, ma che incidono su determinanti fondamentali come il lavoro, l’educazione e la conciliazione dei tempi di vita. In questo senso, rappresenta un esempio concreto di approccio integrato, coerente con la visione di “Salute in tutte le politiche” su cui si fonda il nuovo assetto dell’assistenza territoriale.

Raccontare iniziative come TILDE è importante, perché mostra che si possono costruire risposte efficaci e inclusive a bisogni reali. Ma ogni progetto che funziona dovrebbe essere anche un punto di partenza: un’occasione per interrogarsi, per ripensare le politiche e migliorare i servizi pubblici e per dare continuità nell’operatività quotidiana dei servizi sociali, educativi e per il lavoro alle competenze acquisite dagli operatori, agli strumenti sperimentati e alle reti di collaborazione tra servizi diversi, pubblici e del terzo settore, sviluppate nel progetto.

Ci sono domande che rimangono aperte e che vale la pena di tenere vive nell’agenda politica: quali strumenti, oggi, permettono davvero di far dialogare politiche sociali, educative, occupazionali e sanitarie? Come possono Istituzioni ed Enti che gestiscono il welfare territoriale rendere stabili e strutturali esperienze come questa, evitando che restino isole temporanee di innovazione? E quale ruolo possono e devono giocare i Comuni, le imprese e il terzo settore per raggiungere questo risultato?

La rete costruita da TILDE – oggi anche formalizzata nella comunità di pratiche VERA – è un primo passo. Ma per affrontare davvero le disuguaglianze, è necessario che questi passi non restino isolati.

Per ulteriori informazioni, puoi consultare le pagine ufficiali del progetto: TILDE – Unione NET


A cura di Silvia Pilutti, Prospettive ricerca socio-economica s.a.s.

silvia.pilutti@prospettivericerca.it

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