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Disuguaglianze di salute

Nascere in Piemonte: i dati del nuovo atlante sul percorso nascita

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Dal 2006 al 2016 il numero complessivo dei nati è in calo, da 36.902  si passa a 30.526. In aumento i figli di donne straniere che passano dal 20,2% nel 2006 al 27,9% nel 2016. Più alta la probabilità di essere seguite in consultorio soprattutto per le donne giovani, meno istruite, disoccupate, straniere. Questi alcuni dei dati contenuti nell’atlante Nascere in Piemonte: percorso nascita regionale relativo all’analisi dei Certificati di Assistenza al Parto, dal 2006 al 2016, compilati per donne residenti in Piemonte che hanno partorito in regione.

Le mamme immigrate confermano il loro modello riproduttivo più intenso e anticipato rispetto alle italiane, con una minor età al momento del parto ed un maggior numero complessivo di figli.

Malgrado la conoscenza e la possibilità di accedere ai consultori familiari, si registra un accesso tardivo alla prima visita nelle donne di origine straniera. Tale elemento si riflette anche sul numero di visite: il rischio di assistenza non adeguata (meno di 4 visite) è più rilevante tra le donne più giovani, con un basso livello socio economico, tra le pluripare e le straniere.

Andamento analogo si registra per il numero di ecografie dove sono le donne straniere, le molto giovani o oltre i 35 anni, quelle con un basso livello socio economico e le pluripare ad aver un maggior rischio di essere sottoposte ad un numero insufficiente di indagini ecografiche; hanno un rischio di eccessiva medicalizzazione e di esser sottoposte ad un numero eccessivo di ecografie le donne più anziane e tutte le gestanti che si rivolgono ad un ginecologo privato.

Per quanto riguarda l’adesione allo screening ed alla diagnosi prenatale, si può notare una minor adesione tra le straniere rispetto alle italiane: alcune non si sottopongono ad alcun tipo di indagine prenatale. Resta da approfondire se tale modalità sia frutto di una scelta etica o religiosa o di disinformazione.

Relativamente agli esiti del parto e alle caratteristiche dei neonati, si riscontra un eccesso di parti pretermine nelle donne più anziane, con un basso titolo di studio, non occupate e nelle straniere. La probabilità di esser sottoposte a un taglio cesareo elettivo aumenta significativamente con l’età, nelle multipare, tra le gestanti meno istruite e non occupate. E’ infine molto suggestivo vedere come vi sia un eccesso di nati grandi per età gestazionale tra le donne straniere, dato non in linea con quanto ci si aspettava dalla letteratura, nella quale si parla soprattutto di nati piccoli per età gestazionale figli di donne immigrate. Verosimilmente, il cambiamento delle abitudini alimentari ha fatto sì che queste donne tendano ad assumere una maggior quantità di calorie durante la gravidanza e quindi ad avere dei bambini grossi, ancora più grandi dell’atteso se si confrontano con le carte di peso al parto dei paesi di origine.

La pubblicazione, oltre a offrire la fotografia dell’assistenza in gravidanza, parto e puerperio, dovrebbe aiutare i clinici ed i decisori ad evidenziare i lati positivi e a valutare quali misure di correzione possano essere messe in atto laddove vi siano andamenti ed esiti non in linea con l’atteso.

Sintesi a cura di Luisa Mondo, Raffaella Rusciani, Teresa Spadea

Servizio di Epidemiologia, ASL TO3, Regione Piemonte

Per saperne di più:

https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2019-02/nascere_in_piemonte_2006_2016.pdf