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Disuguaglianze di salute

L’impatto dei fattori sociali, economici e demografici sulla partecipazione allo screening organizzato del colon-retto a Torino

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Tempo di lettura: 3 minuti

Lo studio ha esplorato nella città di Torino l’impatto dei fattori socio-economici e demografici sulla partecipazione allo screening colorettale, includendo anche l’analisi del ruolo potenziale della deprivazione contestuale.

Il lavoro si basa sull’integrazione dei dati dello screening con quelli dello Studio Longitudinale Torinese, un database che collega nel tempo dati anagrafici, censuari e socio-sanitari della città di Torino.

Di seguito l’intervista ai Gianluigi Ferrante e Stefano Rousset , due tra gli autori dello studio

I risultati del vostro studio hanno rivelato diversi fattori che influenzano la partecipazione allo screening del colon-retto. Potreste riassumere i risultati più significativi emersi dall’analisi?

Questo lavoro ha messo in evidenza alcune disuguaglianze nella partecipazione allo screening del cancro del colon-retto. Abbiamo osservato una minore adesione allo screening colorettale tra gli individui socialmente svantaggiati, in particolare coloro con bassa istruzione, che vivono in alloggi affollati, genitori single, persone costrette a condividere l’abitazione o che vivono sole. Gli immigrati provenienti da Paesi con forte pressione migratoria, soprattutto dall’Africa settentrionale e sub-Sahariana, aderiscono di meno rispetto ai cittadini italiani. Al contrario, i pensionati tendono a partecipare di più, probabilmente a causa della maggiore disponibilità di tempo e della sensibilità acquisita negli anni sui luoghi di lavoro riguardo ai temi della prevenzione e della salute. Abbiamo anche osservato differenze tra le diverse aree della città, in entrambe le direzioni, nell’adesione allo screening colorettale, che non siamo riusciti a spiegare completamente con la deprivazione contestuale. È probabile che ci siano altri fattori di tipo organizzativo alla base di tali differenze.

Quali implicazioni pratiche o strategiche si possono trarre da questi risultati?

Migliorare la comunicazione da parte del servizio di screening è fondamentale per superare le barriere identificate nel nostro studio. Ciò può essere raggiunto attraverso campagne di comunicazione mirate e semplificando i materiali informativi utilizzati per coinvolgere le persone nel percorso di screening. È cruciale coinvolgere attivamente i medici di medicina generale (MMG), che rappresentano il primo punto di contatto tra i cittadini e il sistema sanitario. Questi professionisti possono svolgere un ruolo attivo nella promozione del programma di screening, offrendo consulenza agli assistiti, rispondendo alle domande e affrontando eventuali preoccupazioni. Pertanto, è essenziale coinvolgere attivamente i MMG e investire nella loro formazione continua.

È anche essenziale continuare l’implementazione del percorso organizzativo dello screening attraverso le Farmacie dei Servizi. Oggi è possibile partecipare allo screening colorettale ritirando e riconsegnando il kit per la ricerca del sangue occulto fecale direttamente in farmacia. Ci aspettiamo che la semplicità di questo percorso, insieme alla diffusione capillare delle farmacie sul territorio, possa aumentare l’adesione allo screening, specialmente nelle popolazioni difficilmente raggiungibili.

Infine, affiancare l’attività delle associazioni di volontariato del terzo settore ai servizi di prevenzione sul territorio può rappresentare un’utile strategia per rendere lo screening colorettale più accessibile agli stranieri immigrati. Queste organizzazioni rappresentano, infatti, luoghi di aggregazione per molti stranieri e sono pertanto un contesto ideale per il loro coinvolgimento nei programmi di prevenzione tramite la distribuzione di materiali informativi tradotti in più lingue e la presenza di mediatori culturali.

Quali sono i prossimi passi per ampliare la ricerca in questo campo?

Abbiamo identificato differenze nell’adesione allo screening colorettale tra diverse aree della città, non completamente spiegate dalle variabili socio-economiche individuali e contestuali. Pertanto, è importante comprendere meglio i fattori che contribuiscono a tali differenze. Inoltre, sarebbe utile valutare in modo rigoroso l’efficacia degli interventi specifici mirati ad abbattere le barriere di accesso allo screening colorettale al fine di identificare quelli realmente costo-efficaci e implementarli in modo sistematico su scala più ampia.

Accedi all’abstract presentato al XLVII – Convegno AIE 2023 L’impatto dei fattori sociali, economici e demografici sulla partecipazione allo screening organizzato del colon-retto a Torino”-


Gianluigi Ferrante – SSD Epidemiologia Screening – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino -CPO, gianluigi.ferrante@cpo.it

Stefano RoussetSD Epidemiologia Screening – A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino -CPO

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