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Disuguaglianze di salute

Contraccettivi gratuiti: un dibattito ancora in corso

oral contraceptive pill on blue panel
Tempo di lettura: 3 minuti

Da 45 anni in Italia si può accedere gratuitamente al consultorio familiare  per scegliere il metodo contraccettivo più idoneo alla donna/coppia, chiedere di interrompere una  gravidanza, ricevere assistenza in gravidanza e dopo il parto, chiedere aiuto in caso di violenze o abusi,  ricevere informazioni sugli screening e sulle malattie sessualmente trasmissibili.

Resta però in sospeso il discorso relativo alla contraccezione gratuita. Il 21 aprile 2023 il Comitato prezzi e rimborsi dell’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) aveva deliberato di inserire in fascia A una serie di contraccettivi orali basandosi, da un lato, sulla valutazione dei costi e delle risorse disponibili, dall’altro sul rapporto efficacia/sicurezza dei contraccettivi in commercio in Italia.

In sostanza qualsiasi donna, a prescindere dall’età e dalla fascia di reddito, avrebbe potuto recarsi in farmacia, con ricetta del proprio medico di famiglia, e ritirare gratuitamente la pillola. La stima di costo per lo Stato ammonta a 140 milioni di euro annui, una spesa giudicata sostenibile dalla valutazione, anche con diverse simulazioni.

Ma facciamo un passo indietro, anzi 28, tanto sono gli anni dalle legge 405/1975 che sancisce che i contraccettivi sono uno strumento indispensabile per una genitorialità responsabile e consapevole e che spetta allo Stato garantire «la divulgazione delle informazioni idonee a promuovere o, al contrario, a prevenire la gravidanza, consigliando i metodi e i farmaci adatti a ciascun caso» ma che gli compete anche «la somministrazione dei mezzi necessari per conseguire le finalità liberamente scelte dalla coppia e dal singolo, in ordine alla procreazione responsabile. Sembrava quindi, nel 2023, il momento che tutto ciò diventasse realtà.

Il 24 maggio 2002, invece, l’indicazione del Comitato prezzi e rimborsi è andata al vaglio del Consiglio di amministrazione di AIFA, e non è passata: è stato chiesto un rinvio fino alla disponibilità di maggiori dati e precisazioni in merito alle fasce di età a cui concedere gratuitamente la pillola anticoncezionale, sulle modalità di distribuzione e sui costi per il Sistema sanitario nazionale nei vari scenari di adozione della rimborsabilità.

Eppure prima che la proposta venisse approvata dal Comitato prezzi, la Commissione tecnico scientifica dell’AIFA, aveva esaminato le evidenze scientifiche e le raccomandazioni prodotte da organismi internazionali, consultato esperti di salute materno-infantile, predisposto un’istruttoria molto approfondita, in cui si specifica che tutti gli anticoncezionali già in commercio sono efficaci e che risulta opportuno rimborsarli per tutte le donne per le quali il medico lo ritenga appropriato.

Nella fase di riesame si è quindi rimasti in un clima di disuguaglianza tra le Regioni, tra quelle più disponibili a quelle che non si sono mai espresse: in Puglia contraccettivi orali, cerotto transdermico, anello vaginale e dispositivi intrauterini sono disponibili gratuitamente nei consultori per tutte le donne di età inferiore a 24 anni e per le donne immigrate senza permesso di soggiorno; in Toscana situazione simile, compresi i profilattici, a tutti i giovani tra i 14 e i 25 anni; nel Lazio i contraccettivi orali sono erogati gratuitamente nei consultori alle donne di età compresa tra 14 e 21 anni;  in Emilia Romagna per donne e uomini con meno di 26 anni e donne disoccupate tra i 26 e i 45 anni; in Lombardia è prevista, ma mai attivata, la distribuzione a uomini e donne con meno di 24 anni; in Piemonte sulla carta, ma non nella pratica, è attiva l’offerta gratuita per le donne fino a 26 anni e fino a 45 anni se disoccupate; nelle Marche alle donne con meno di 26 anni, se disoccupate fino a 45 anni. Nelle rimanenti 13 Regioni la gratuità non è prevista in nessuna forma o condizione.

Arriviamo al 16 novembre 2023 data in cui si conclude il confronto in Commissione tecnico-scientifica dell’AIFA sulla decisione intrapresa dal consiglio di Amministrazione di rendere la contraccezione ormonale gratuita solamente per le donne con meno di 26 anni di età. Ribadendo però fermamente che non esistono motivi tecnico-scientifici che impediscano di rendere la contraccezione gratuita per tutte le donne in età fertile, ma solato ragioni di natura economica. Tra un paio di mesi dovrebbe arrivare la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale e si dovrebbe iniziare con prescrizioni e somministrazione gratuita.

Ma per le donne/coppie indigenti con più di 26 anni come la mettiamo?

Per approfondire


A cura di Luisa Mondo, Servizio di Epidemiologia ASL TO3luisa.mondo@epi.piemonte.it