L’estate 2025 è stata interessata da un nuovo fenomeno che richiede la nostra attenzione: 4 uomini adulti (tra i 35 e i 57 anni), in varie località italiane (Napoli Olbia, Genova, Reggio Emilia) sono morti dopo esser stati colpiti da una scarica di Taser.
Si tratta di un’arma, definita non letale, a conduzione elettrica: due elettrodi vengono sparati premendo il grilletto, restando collegati al corpo del Taser tramite cavi elettrici, appena colpiscono generano una scarica elettrica che, agendo sul sistema neuromuscolare, provoca dolore, contrazione dei muscoli e stordimento, rendendo la persona colpita incapace di muoversi per alcuni secondi. Tempo durante il quale dovrebbe essere bloccata dalle forze dell’ordine.
Sulla sua effettiva innocuità vi sono però molti dubbi. L’agenzia giornalistica Reuters ha analizzato 1081 cartelle cliniche di persone decedute dopo essere state colpite dalla polizia con un Taser, negli Stati Uniti, tra il 2000 e il 2018.
Sono uomini e donne dai 16 agli 87 anni (9 erano minorenni; 459 avevano tra i 18 e i 34 anni; 482 tra i 35 e i 49; 116 tra i 50 e i 64; 13 avevano più di 65 anni). Nel dettaglio:
– 273 decessi hanno coinvolto persone con segni di malattia mentale, disagio emotivo o disturbo neurologico (1 su 4);
– 290 riguardano persone con delirio citato come fattore concomitante; 103 sono state colpite in seguito al sospetto che fossero armate (in 9 casi su 10 la vittima era disarmata);
– 665 erano sotto effetto di alcol o stupefacenti;
– 46 sono morte a seguito dei traumi riportati nella caduta dopo essere state stordite;
– 110 decessi sono avvenuti in carcere.
In 163 casi le autopsie citano esplicitamente il Taser quale causa unica o concausa della morte [1].
Una revisione sistematica pubblicata su JAMA Network Open nel 2021 entra nel merito delle evidenze disponibili sulla non letalità di queste armi. In particolare, dalla revisione degli articoli scientifici relativi a studi condotti in Paesi che utilizzano da anni i Taser, si riscontrano alcune limitazioni e criticità poiché nella maggior parte dei casi, gli studi sono condotti tra agenti delle forze dell’ordine che impiegano l’arma su colleghi sani, in addestramento e sotto controllo medico; i campioni di popolazione sono numericamente contenuti, portando a risultati statisticamente poco significativi e non rappresentativi; gli studi esaminati si concentrano sulla misura di parametri fisiologici in risposta allo stress (aumento della temperatura corporea o del ritmo cardiaco), mentre vengono ignorati o scarsamente valutati fattori come il dolore, la permanenza di uno stato di agitazione psicomotoria, l’emicrania persistente, i disturbi del sonno, le vertigini, le bruciature cutanee dovute al passaggio della corrente elettrica attraverso la pelle; i danni provocati dalla caduta a terra a seguito dell’immobilizzazione tetanica causata dalla scarica elettrica; le lesioni dovute all’inefficienza balistica dell’arma (penetrazione in organi sensibili, ad esempio gli occhi).
Proprio su questi effetti si sofferma invece il rapporto di Amnesty International intitolato Non riesco ancora a dormire la notte – L’uso improprio a livello globale dei dispositivi a scarica elettrica, in cui se ne denuncia l’impiego in strada, alle frontiere, nei centri di detenzione per migranti e rifugiati, negli istituti psichiatrici, nelle stazioni di polizia, nelle carceri e in altri luoghi di reclusione.
Servirebbero studi più ampi e rigorosi, capaci di valutare non solo i parametri fisiologici ma anche i sintomi fisici e psicologici che possono seguire all’esposizione anche a lungo termine, con registri pubblici e protocolli condivisi, un sistema di sorveglianza clinica e forense che documenti in modo sistematico i casi e i loro esiti.
Al momento la principale finanziatrice degli studi sul dispositivo, con un palese conflitto di interessi, è infatti la ditta produttrice, Axon Enterprise Inc., titolare del brevetto, la quale ha rilasciato linee guida in cui si dichiara che il Taser è da considerarsi sicuro su individui adulti e in buona salute, non affetti da patologie, non anziani, non in gravidanza, non sotto l’effetto di sostanze e non in stato di alterazione psichica, a condizione che la scarica venga applicata per pochi secondi e in specifiche aree del corpo.
A fronte di questa teorica sicurezza d’impiego, in Italia il Taser è stato introdotto sperimentalmente con il DL-Stadi del 2014 e inizialmente testato in alcune città; nel 2018 con la legge 132/2018, il Ministero dell’Interno ne ha disposto la sperimentazione da parte dell’ Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato in 11 città italiane, estendendolo dal 2022 a tutte le forze dell’ordine incluse le Polizie Locali di molti capoluoghi e delle città con più di 100.000 abitanti. Infine con un emendamento al Milleproroghe, l’utilizzo del Taser è stato esteso a quasi tutti i comuni italiani e alle relative Polizie Locali, a prescindere dalla loro popolazione [2].
Concludendo, non vi sono attualmente evidenze scientifiche, risultanti da studi indipendenti, rigorosi e omogenei sul piano metodologico, che convergano nell’evidenziare una non pericolosità clinica dell’utilizzo del Taser e non vi sono studi che valutino comparativamente il rapporto rischio–opportunità, non si dispone di sufficienti garanzie che il personale delle Forze dell’Ordine dotato di Taser riceva – sia inizialmente che periodicamente – una formazione adeguata da parte di professionisti competenti, comprensiva delle necessarie raccomandazioni sui possibili rischi clinici successivi all’utilizzo.
Inoltre, il personale dotato di Taser, non può essere, a priori, a conoscenza di eventuali condizioni di compromissione della salute, in termini di suscettibilità a gravi esiti, dei possibili destinatari del suo impiego, verosimilmente soggetti vulnerabili dal punto di vista fisico e psichico e fragili dal punto di vista sociale (tossicodipendenti, persone con disagio psichico, senza dimora, ecc.).
Tant’ è che una pattuglia, quando prevede di utilizzare l’arma, deve contestualmente chiamare un’ambulanza e adottare un apposito protocollo causando una dislocazione di preziose risorse pubbliche che dovrebbero essere disponibili per le emergenze o per il trasferimento di malati.
[1] So L. Black Americans disproportionately die in police Taser confrontations. Reuters, 15 giugno 2020 | www.reuters.com/investigates/special-report/usa-taser-database/
[2] Per esempio il sindaco di Torino ha deciso di non fornirlo nell’equipaggiamento della Polizia Locale
A cura di Luisa Mondo, Servizio di Epidemiologia, ASL TO3, Regione Piemonte