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Disuguaglianze di salute

Vivere in solitudine

Tempo di lettura: 4 minuti

Fredo – Lettore dell’Associazione LAAV – Letture Ad Alta Voce – Torre Pellice (TO)

Messaggio del 10 gennaio 2020

Ciao Sita,

come probabilmente già sai, da alcuni mesi ho un ginocchio che mi fa male, fatico a piegare l’articolazione, il medico dice “usura della cartilagine”, dovrò sottopormi ad un intervento di protesi. Così, devo rinunciare, con mio grande rammarico, alle uscite per le letture perché il dolore è sempre più invalidante. 

Devo scegliere la struttura e prenotare l’intervento, mi dicono ci sia una lista d’attesa piuttosto lunga.  Ho almeno due opzioni: l’ospedale di zona oppure un altro, di cui mi parlano molto bene, ad un centinaio di chilometri dal mio paese. L’amica lettrice che mi aveva telefonato gli auguri per l’Anno Nuovo, suggeriva di ponderare bene “se sarai qui, nell’ospedale di zona, potremo venirti a trovare, non sarai completamente solo”. 

L’ho ringraziata per il gentile pensiero ma, dato che si tratta della mia salute, ho deciso di affidarmi a quello più distante, caldamente consigliato.

Mi sa che non ci vedremo per un po’.

Ti faccio sapere. 

Abbraccio, Fredo


Messaggio del 28 febbraio 2020

Cara Sita,

Due giorni fa mi hanno telefonato per dirmi che il posto letto c’è, è arrivato il mio turno. Sono contento, non vedo l’ora di risolvere finalmente questa invalidità che sta cominciando a pesare. Non telefono all’amica lettrice, non voglio sembrare invadente ricercando attenzioni che sarebbero difficili da soddisfare, io sono in pensione ma la maggior parte di questi lettori ha ancora attività lavorative in atto, non voglio in nessun modo si sentano obbligati a qualche sacrificio per me. In fondo, ci conosciamo da poco tempo, sono l’ultimo arrivato nel gruppo e poi, non è da me avere pretese di nessun genere. 

Due anni fa, quando ho iniziato a frequentare l’associazione “Letture ad alta voce”, dove ci siamo conosciuti, ero rimasto sorpreso nell’incontrare un gruppo tanto eterogeneo e versatile, quanto appassionato ed efficiente. Poi ho iniziato ad andare a leggere in una Casa di riposo e in alcune manifestazioni pubbliche con letture a tema. Dopo qualche tempo è nata l’idea di creare una Web Radio in cui trasmettere settimanalmente brani a nostra scelta e l’appuntamento del giovedì sera è diventato il mio giorno di festa. Con i compagni di viaggio, viaggio letterario, nell’aula insonorizzata, prestata dalla locale Scuola di Musica, declamiamo insieme brani dei nostri autori preferiti. Io mi sono specializzato nella lettura di aforismi di personaggi famosi, tra il serio e il faceto, a volte decisamente ironici. Questi ultimi, dicono i miei compagni, mi vengono particolarmente bene, la mia vena partenopea spicca dando il meglio di sé. 

Questo appuntamento settimanale è la mia boccata di ossigeno, quella che mi tiene legato al mondo e nel modo a me più congeniale. La maggior parte delle lettrici e lettori sono persone aperte e simpatiche, con un bel brio ed un approccio positivo alla vita: rappresentano veramente linfa vitale per i miei giorni altrimenti tutti uguali. 

Un paio di compagne di lettura, di tanto in tanto mi telefonano per informarmi di qualche variazione sul programma ma anche semplicemente per un saluto e per sentire come sto.

Sai l’arrivo di questa pandemia mi sorprende solo. In realtà io ero solo anche prima, quindi, ci sono abituato ma questa volta percepisco qualcosa di diverso. Prima, vivevo all’insegna della solitudine, ora sono solo. Io, napoletano, oltre i settanta, trasferito al Nord molti anni fa, una ex moglie al sud e una figlia lontana, in altra Regione, che non vedo e non sento da tempo. 

Affronterò l’intervento, sono sicuro che sarò curato a dovere e quando mi sarò ristabilito farò loro la bella sorpresa di presentarmi in associazione, un giovedì sera, per la consueta registrazione in radio.

Ti faccio sapere,

Buona giornata,

Fredo


Messaggio del 16 marzo 2020

Ciao Sita,

Ti scrivo con il cellulare, faccio un po’ di fatica con questi tasti: appena li sfioro con le mie grosse dita, fanno partire tre lettere alla volta.

Spero che Tu sia in buona salute e attiva, come sempre.

L’intervento è andato bene, dopo alcuni giorni, il medico di reparto mi ha proposto il trasferimento in un’altra struttura per alcune settimane di riabilitazione, si fa di prassi, a maggior ragione nel mio caso in cui non vi sono parenti prossimi che si possano prendere cura di me. Ovviamente ho acconsentito.

In questo luogo hanno cura di me ma il personale, per quanto gentile e disponibile, ha poco tempo, l’organico è sempre in ribasso e poi, ora si sta affacciando anche questa emergenza.

Qui sto bene, pratico la fisioterapia ogni giorno e, anche se alquanto faticoso, sono fiducioso in una buona ripresa. Quando sento la notizia alla TV sono incredulo, come tutti penso. 

Si continua a parlare di questo virus che sta facendo strage in Cina, mi dispiace tanto per quel popolo! Dicono che si sia trasferito all’uomo da un pipistrello, di quelli impiegati dai cinesi a fini alimentari. Le immagini riportano mercati giganteschi dove gli animali vengono macellati al momento per offrire il prodotto fresco al cliente…  certo che in simili condizioni i rischi di prendersi qualche infezione sono alti.

Il contagio si sta diffondendo velocissimo nel resto del mondo. L’Italia è il primo paese in Europa ad aver dichiarato un caso di contagio. Nel giro di pochi giorni si moltiplicano a dismisura. Io mi sento un privilegiato in questa struttura, un po’ tagliato fuori dal mondo ma accudito e curato.

Abbi cura di Te,

Fredo


Messaggio del 27 marzo 2020

Ciao Sita,

sono alcuni giorni in cui non sto molto bene, sono stanchissimo, mi affatico facilmente. Sopraggiungono dei forti dolori al capo e alle ossa in tutto il corpo, ho una brutta tosse, mi sale la febbre. 

Mi dicono che ci sono molti casi di influenza ed io, con le difese immunitarie indebolite dall’intervento, me la sono presa. Mi curano con il paracetamolo ma non miglioro, anzi, sto sempre peggio, fatico a respirare.

Intorno a me il personale non è più sereno come alcuni giorni fa, ora corrono tutti, li vedo preoccupati, affannati: mi dicono di stare tranquillo ma io non posso stare tranquillo.

Sembra che i miei polmoni non abbiano più la capacità di contenere l’aria: io provo a inspirare, ma faccio fatica. Sono preoccupato, lo so che prima o poi me ne devo andare, ma non vorrei che finisse così!?

Non ho salutato nessuno. Mia figlia, gli amici della Laav, molti non sanno nemmeno che sono qui. Ho ancora in mente molte letture da condividere.

Un abbraccio,

Fredo


Alfredo se n’è andato, solo, domenica 5 Aprile 2020

Street journalist: Sita