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Disuguaglianze di salute

Storie di Adiba

Tempo di lettura: 2 minuti

Adiba

è una donna di origina marocchina di circa quarant’anni. Il marito, un po’ più vecchio di lei, è in Italia da oltre 10 anni, mentre lei è qui a Torino da tre anni.

Prima era venuto lui, poi, dopo qualche anno, è tornato in Marocco, tramite i familiari ha trovato moglie e lì si è sposato. Il figlio più grande ha 4 anni e il secondo, di un anno, è affetto da una patologia molto grave, con difficoltà di crescita e di alimentazione, forse da nanismo. È seguito dall’ospedale da un ospedale di Torino.

La mamma è quasi analfabeta, vivono in Barriera di Milano, quartiere povero di Torino, in affitto, in meno di 50 metri quadrati. Hanno qui qualche parente, ma pochi, e con scarsi contatti.

Il papà, prima dell’epidemia del covid-19 era tornato in Marocco per incontrare la mamma che stava morendo.

Adiba mi è stata segnalata dai servizi sociali dell’ospedale ed è stata inserita nel progetto di “Sostegno alla maternità”, gestito dalla Tavola Valdese. Con questo progetto si è riusciti a comprare il latte carissimo e l’alimentazione adeguata ad un bambino con problemi di alimentazione. 

Il fatto è che noi possiamo seguire le mamme per alcuni mesi e, nel suo caso, il periodo utile, era terminato a gennaio. Lei aveva lavorato qualche tempo, poi, scaduta la disoccupazione, usufruiva di un reddito di emergenza di circa 400 euro mensili. Però, per una famiglia che ha queste esigenze, i soldi finiscono in fretta. 

Il papà, senza alcun titolo di studio, con scarsi strumenti culturali, probabilmente affetto anche lui da nanismo, era partito a gennaio, ma ad oggi (luglio 2020) non è ancora tornato. Inoltre, essendo bloccato in un piccolo villaggio in Marocco, non riusciva neanche ad inviare dei soldi alla moglie. La carta di credito era con lui, perché le donne marocchine, di solito, non hanno accesso direttamente ai soldi della famiglia. 

Con il lockdown la mamma è rimasta bloccata nell’appartamento, senza risorse economiche. Grazie anche al supporto di una sua amica, siamo riuscite a farle avere i farmaci e gli alimenti necessari.

Nelle settimane inziali del lockdown, quando abbiamo effettuato le consegne a domicilio di farmaci ed alimenti, per Adiba era complicato perfino lasciare l’appartamento per venire a prendere le borse. In questi casi il fratello maggiore si occupava di accudire per qualche minuto il più piccolo.

Io, per tutto questo tempo, tramite internet, sono stata in contatto anche con il padre. Siamo riusciti a dare un supporto economico e emotivo alla mamma, che mi cercava tutti i giorni e tramite la sua amica, a starle un po’ vicino. A breve tornerà anche il padre e dovremo capire come dare continuità al supporto a questa famiglia.

Street journalist: Niky

NB. I nomi propri di mamme e bambini sono di fantasia, ma originari dei paesi di provenienza.