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Disuguaglianze di salute

Piano regionale della Regione Lombardia 2021-2025 : focus sull’equità

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Il PRP 2021-2025 mira a promuovere e supportare la salute individuale e collettiva secondo un approccio multidisciplinare, intersettoriale e coordinato, introducendo azioni mirate all’equità a livello di sistema, tanto quanto a livello dei singoli programmi, al fine di intervenire sui bisogni di salute, riducendo le disuguaglianze che si osservano sia nell’esposizione a fattori di rischio sia negli esiti di salute.

Nella consapevolezza che la salute è determinata non solo da fattori biologici o da comportamenti individuali, ma anche da fattori ambientali, sociali ed economici, l’approccio di equità è perseguito nel piano attraverso diverse azioni strategiche:

  • azioni equity-oriented di sistema che favoriscano la fruibilità di un Sistema condiviso della Conoscenza, per orientare e accompagnare il miglioramento dell’azione preventiva regionale, e più complessivamente delle scelte di salute, sulla base della disponibilità del più ampio numero di dati epidemiologici
  • azioni equity-oriented che mirano alla modifica di comportamenti di gruppi di popolazione in condizione di svantaggio e a rischio di diseguaglianza
  • azioni equity-oriented che mirano a modifiche di contesto che influiscano sull’equità di sistema, sul rendere facili le scelte salutari, intervenendo sulle diseguaglianze di salute generate dal sistema

Il Programma, in linea con principi e obiettivi del PNP, adotta le lenti dell’equità, secondo il modello operativo proposto dal PNP (HEA) predisponendo per ogni area di azione interlocuzioni strutturate con attori interni al sistema e con attori esterni al sistema sanitario che possano concorrere al raggiungimento del più alto obiettivo di salute.

Nello specifico delle azioni di sistema orientate all’equità, Regione Lombardia ha predisposto un Programma Libero, PL 19, “Conoscenze e strumenti per la programmazione e la prevenzione”, che concorre a definire in modo partecipato, a sperimentare e a implementare un Sistema condiviso della Conoscenza, per orientare e accompagnare il miglioramento dell’azione preventiva regionale, e più complessivamente delle scelte di salute. Tale programma mira a dotare l’intero sistema regionale di dispositivi e strumenti che favoriscano l’adozione di uno sguardo orientato all’equità nelle scelte programmatorie dei diversi Attori e stakeholder ai differenti livelli della scala territoriale e istituzionale. Nello specifico, infatti, individua come strategico la disponibilità open e la fruibilità dei dati e di quadri informativi specificati a livello locale da parte degli attori istituzionali, dei professionisti e degli stessi cittadini, ma anche a “creare nella comunità e nei suoi membri un livello di competenza e capacità di controllo (empowerment) che mantenga o migliori il capitale di salute” (Ministero della Salute, 2020).

Il PL 19 intende di fatto rafforzare l’azione di sistema volta a favorire Equità, determinando/rinforzando la complessiva capacità dei soggetti in gioco di discriminare, e orientare le scelte di programmazione e l’allocazione delle risorse secondo priorità in termini di salute pubblica fondati su elementi di conoscenza oggettivi e non autoreferenziali.

Rispetto alle azioni equity-oriented rivolte a specifici target di popolazione con più diseguaglianze di salute, come nel caso del programma predefinito PP2 comunità attive, sulla base del profilo di salute ed equità elaborato, si sono identificati gruppi a più alto rischio di esposizione o di vulnerabilità ai fattori di rischio, in questo caso rappresentato dal genere femminile rispetto alla pratica del movimento, e attraverso un gruppo di lavoro allargato e partecipato fra stakeholder interni ed esterni al sistema sanitario, includendo rappresentanti della popolazione interessata dall’azione, si analizzeranno le barriere (iniquità) che ostacolano la partecipazione del genere femminile alle proposte di attività fisica e movimento e si individueranno e diffonderanno specifiche azioni di contrasto.

Un ulteriore esempio è rappresentato dall’azione di equità del PP3, Luoghi di lavoro che promuovono salute, in cui si mira a rafforzare l’impatto del Modello WHP Lombardia in luoghi di lavoro con forza lavoro manuale con bassa qualifica. Nello specifico, attraverso la costituzione di un gruppo di lavoro con stakeholder e rappresentanti del sistema sanitario, del mondo delle aziende, dei lavoratori, dei sindacati, partendo dalla realizzazione di una mappatura delle aziende con forza lavoro poco qualificata, si individueranno e proporranno correttivi al modello al fine di ridurre le disuguaglianze di salute per questo specifico target di popolazione.

Per l’ambito riferito al macro-obiettivo “Infortuni e Incidenti sul lavoro, Malattie Professionali”, Regione Lombardia ha svolto un ruolo per molti aspetti pionieristico nella sperimentazione dei Piani Mirati. Le azioni dei PP relativi a salute e sicurezza sul lavoro sono occasione per consolidare il modello organizzativo che prevede la costituzione di tavoli tecnici a composizione tripartita, a garanzia di partecipazione piena e responsabile alle strategie di intervento, in grado di valorizzare il contributo delle parti sociali e delle Istituzioni con competenza in materia (INL, INAIL, …).

Il PRP 2021-2025, con il Piano mirato di prevenzione (PP6), il Piano di prevenzione in edilizia e agricoltura (PP7) e il Piano di prevenzione del rischio cancerogeno professionale, delle patologie professionali dell’apparato muscolo-scheletrico e del rischio stress correlato al lavoro (PP8), implementa e aggiorna le buone pratiche per la realizzazione di PMP di valenza regionale, con l’obiettivo di ridurre la frequenza infortunistica e tecnopatica. L’ulteriore sforzo intrapreso in termini di equità tiene in considerazione i fattori di disuguaglianza propri del tessuto produttivo lombardo, tra cui l’alta percentuale di piccole e micro imprese; prevede l’attivazione di percorsi formativi rivolti agli operatori dei servizi PSAL e si afferma quale tipologia di controllo in grado di assistere le imprese che hanno un gap di conoscenze e capacità in materia ssl. Gli interventi sono orientati a criteri di equità, aumentando la consapevolezza sul potenziale impatto delle prassi organizzative in termini di diseguaglianze, e rafforzano la programmazione ATS in chiave di Piani Mirati quale tipologia di controllo in grado di contrastare efficacemente le diseguaglianze in SSL, attraverso la progettazione, l’applicazione e il monitoraggio di percorsi annuali di HEA.

L’azione di equità del programma “Ambiente clima e salute” è volta a contribuire alla riduzione degli impatti ambientali sulla salute della popolazione lombarda, riorientando gli interventi in termini di rischio e vulnerabilità territoriali, in un contesto di universalismo proporzionale, che garantisca adeguate risposte ai bisogni di salute dei vari territori della regione.

Il processo HEA punta a migliorare e monitorare la capacità del sistema della prevenzione di rispettare i principi di equità e valutare gli effetti di politiche, programmi ed azioni con il supporto del sistema informativo denominato Geografia Salute e Ambiente (GEOSA). L’ obiettivo da raggiungere è migliorare la capacità del sistema di individuare e caratterizzare gli ambiti territoriali esposti a rischi ambientali prioritari (ranking), rispetto ai quali riorientare gli interventi, aumentando la consapevolezza sul potenziale impatto in termini di disuguaglianze delle prassi organizzative. L’azione si sviluppa e si integra con gli obiettivi specifici delle azioni dell’intero PP9 attraverso: prioritizzazione dei determinanti ambientali da indagare, sviluppo della metodologia per la mappatura dei rischi di esposizione di salute ai determinanti ambientali, consolidamento di un modello di governance integrato Salute Clima Ambiente e delle relative competenze del sistema della prevenzione e la promozione di una repository come base per la comunicazione oggettivata ed uniforme alla popolazione.

Le patologie infettive sono da sempre paradigma di disuguaglianza in termini di salute, approcciare alle stesse operando con la lente dell’equità permette di approfondire le diverse realtà sociali presenti nei contesti regionali e di attuare eventuali interventi mitigatori e correttivi. Il PRP lombardo affronta nello specifico le diverse tematiche con capitoli dedicati, ognuno dei quali riconduce ad alcune tipologie infettive:

  • i comportamenti correlati principalmente alle Infezioni Sessualmente Trasmesse correlate e quindi alle possibilità di accesso alla prevenzione nonché a situazioni di stigma sociale ancora presenti;
  • l’ambiente naturale ed antropico correlate alle patologie da vettori (zanzare) e la Legionella (vicinanza a luoghi a rischio);
  • le condizioni di vita (abitative e di reddito) correlate alla TBC e alle Epatiti;
  • l’accesso ai servizi di prevenzione e vaccinazione correlate alle patologie prevenibili da vaccino e del viaggiatore e quindi sia all’efficienza dell’offerta del SSR sia alla capacità del SSR di combattere il fenomeno della Hesitancy a livello culturale;
  • il livello di controllo sugli alimenti garantito dal SSN/SSR sugli alimenti correlato alle Malattie Trasmesse da Alimenti;
  • le condizioni di fragilità di salute della persona correlate alle ICA e l’antibiotico Resistenza legata e quindi il tipo di assistenza sanitaria e sociosanitaria garantita.

La patologia infettiva rappresenta da sempre una delle principali problematiche di sanità pubblica essendo fonte di malattia, disabilità, morte e in alcuni casi, come l’emergenza SARS-CoV-2 ha dimostrato, potendo impattare sulla sostenibilità del sistema sanitario e sui comportamenti delle persone, anche da un punto di vista economico. L’impatto della Pandemia da Covid-19 ha messo in evidenza quanto sia necessario adottare in campo preventivo, e non solo, un approccio “One Health”, riconoscendo l’interdipendenza fra lo stato di salute dell’ambiente, degli animali e dell’uomo, sulla base di un concetto di globalità ed equità dell’intero sistema. D’altro canto, lo sforzo per contrastare l’impatto di una situazione emergenziale di così vasta portata ha messo bene in luce il valore di saper concretizzare la Strategia WHO “Salute in tutte le politiche”. Tutto ciò richiede all’intera struttura regionale, un nuovo modo di pensare e di agire per la salute individuale, collettiva, intesa come priorità strategica rilevante in tutti i settori, da perseguire attraverso nuove forme di collaborazione tra i policy-maker dei diversi settori, fra i professionisti delle diverse discipline e gli stakeholder anche all’interno di un singolo settore di intervento (nel caso della DG Welfare, ad esempio: medici, veterinari, scienziati ambientali, economisti, matematici e anche sociologi e psicologi) in coerenza con un approccio Global Health.

A cura di

Francesca Putignano, Capriulo Anna Paola, Marcello Tirani; Catia Rosanna Borriello; Corrado Celata, Nicoletta Cornaggia,    Veronica Todeschini; Lucia Crottogini; Lucia Pirrone; Claudia Lobascio, Emanuela Ammoni; Agostina Panzeri; Elisa Piria; Giuseppina Gelmi, Emanuela Ammoni, Michea Viscardi, Marina Bonfanti , Maria Gramegna,  Danilo Cereda.