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Disuguaglianze di salute

Prenotare una visita ambulatoriale dopo il lockdown

Tempo di lettura: 3 minuti

Ho 92 anni, sono di origini friulane ma mi sono trasferito in Piemonte da bambino. Anna, mia moglie da 62 anni, è più giovane di me, ma ha l’Alzheimer. La vita è difficile così.

Al mattino dormirei… Tra le 7 e le 8 è bello stare ancora sotto le coperte, soprattutto d’inverno. Eppure devo alzarmi, per portare in bagno Anna, prima che si bagni tutta… Ma che soddisfazione vederla fare colazione! Le preparo una bella tazza di latte con un po’ di miele e del Nesquik e lei la mangia volentieri, intingendo pezzi di pane raffermo.

Anna ha pochi momenti di lucidità, spesso per lei sono un estraneo e mi dice “Oh, signore, cosa vuole?! Vada, vada, faccio da sola”.

Anna pensa di alzarsi, camminare, muoversi liberamente, ma anche le gambe la tradiscono e in tante occasioni cade, o forse, si lascia cadere. Talvolta ne esce con dei grossi lividi, ma nulla di più, per fortuna.

Dopo la colazione, alle 8,30, arriva la badante e io mi preparo per andare a fare la spesa, perché poi devo cucinare per pranzo. Anche durante il lockdown mi sono occupato io di fare la spesa, la badante diceva di avere paura di andare al supermercato. Poverina, lei era tanto carina con Anna anche se non sapeva cucinare e puliva casa a modo suo. Poverina, aveva il problema dell’alcol. Beveva. Io ho cercato di aiutarla, ma un bel momento non ce l’ho più fatta, mi sono trovato con la badante ubriaca sdraiata sul divano e mia moglie sdraiata a terra. Non era la prima volta, le avevamo anche trovato un aiuto del Gruppo Abele. Mia figlia, che è corsa ad aiutarmi, l’ha licenziata. Mi è dispiaciuto tanto.

Poi abbiamo cercato un’altra badante. Eh, che dire, con lei c’è sempre da litigare.

È in quel periodo che ho iniziato ad avere delle macchioline rosse, fastidiose, che provocavano un terribile prurito. Ho subito pensato che fosse una reazione allergica alle medicine che prendo: una per la pressione, una per il cuore, ecc. Eh, adesso quando esco uso il bastone perché le gambe non sono più quelle di quando andavo a funghi per i boschi. Comunque, ho provato a sospendere le medicine, ma la pressione saliva, così sono andato dalla dottoressa che mi ha prescritto una visita dermatologica urgente.

Gli ambulatori sono proprio davanti a casa mia e sono andato subito a prenotare. Il cancello del passo carraio era aperto e, come d’abitudine, sono entrato di lì per arrivare agli sportelli. Il parcheggio era pieno di macchine e ho pensato che finalmente fossimo tornati alla normalità!

Appena entrato nella hall, una tipa mi grida che non dovevo essere lì, ma dovevo fare il giro ed entrare da un’altra parte. Ma se ero già lì, perché devo uscire fare il giro lungo e tornare lì? tanto più che fatico a camminare! Per fortuna c’era un’altra infermiera che ha capito e mi ha fatto passare. Ma cosa ne sapevo io, non c’era scritto nulla!

Comunque, faccio per prenotare la mia visita urgente e la tipa allo sportello mi dice che non prenotano visite perché non ci sono disponibilità nelle agende. Ma è urgente! Guardi! Questa roba sulla pelle è una tortura. Mi risponde “Mi spiace, ma non posso farci niente, non possiamo prenotare”. Mi è venuta una rabbia che ho alzato la voce. Che schifo!

Mi hanno anche detto di tornare dopo qualche giorno per vedere se le cose fossero cambiate. Ma io faccio fatica e poi c’è Anna, il pranzo, la nuova badante… ma come devo fare!? Non capisco perché non prendano le prenotazioni. Se la mia visita dermatologica è urgente, vuol dire che ne ho davvero bisogno.

Quando mi è passata un po’ la rabbia mi sono attaccato al telefono per trovare un posto dove fare la mia visita. Una cosa infinita, con la musichetta di sottofondo e la voce che ripete continuamente “Ci scusiamo per l’attesa. Gli operatori sono al momento tutti impegnati, rimanga in attesa per non perdere la priorità acquisita”.

Alla fine ce l’ho fatta, ho la mia prenotazione urgente tra due mesi.

Mah, speriamo che questo fastidio alla pelle mi passi…

Autore: Ivo