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Disuguaglianze di salute

Un nuovo indicatore per misurare il livello di deprivazione per cinque paesi Europei.

Tempo di lettura: 2 minuti

Le disuguaglianze di salute continuano a rappresentare un problema tangibile e persistente nei diversi Stati europei, nonostante la concertazione di eterogenee politiche sociali ed economiche messe in atto dai singoli Paesi, finalizzate a contrastarle. Tra i numerosi studi volti a indagare le cause e i processi determinanti le disuguaglianze di salute, quello di Guillaume et al del 2016 apporta un interessante e significativo contributo  metodologico.

L’articolo descrive lo sviluppo e l’applicazione di un indice di misurazione delle disuguaglianze (EDI), in particolare dello stato di deprivazione socioeconomica, applicato in Francia, Italia, Spagna, Portogallo e Inghilterra. L’indice EDI è basato su una metodologia sviluppata da sociologi in Inghilterra che hanno usato il concetto di deprivazione relativa misurata attraverso i bisogni fondamentali connessi sia alla povertà oggettiva, sia a quella soggettiva.Il  metodo di costruzione dell’indice di misurazione è stato identico per ogni Paese e si è basato su tre diversi livelli, utilizzando sia dati individuali EU-SILC (sondaggio trasversale e longitudinale che fornisce dati sul reddito, la povertà, l’esclusione sociale e le condizioni di vita nell’Unione Europea) sia dati dei censimenti di ogni Paese.

Il primo livello ha riguardato la creazione di un indicatore individuale di deprivazione che è stato esclusivamente basato su dati EU-SILC per indentificare i bisogni fondamentali. In accordo con il concetto di deprivazione relativa è stato analizzato come gli individui hanno definito la deprivazione basandosi su cosa potevano o non potevano permettersi in un determinato contesto socio-culturale (come ad esempio: possedere una macchina, un computer, una tv a colori, prendere una settimana di vacanze all’anno, mantenere la casa calda, ecc.).

Il secondo livello ha riguardato l’identificazione e la dicotomizzazione di variabili disponibili sia individuali (indagine EU-SILC), sia aggregate di ogni Paese (censimenti). In questo livello sono stati identificati sei settori di deprivazione relativi ai Paesi europei coinvolti.

Il terzo livello ha consistito nella costruzione di un indice ecologico di deprivazione (EDI). Per ogni Paese, l’indice EDI è stato derivato da una combinazione ponderata di variabili aggregate dei censimenti nazionali; variabili che meglio si correlavano con l’indicatore individuale di deprivazione.

Lo studio mostra la possibilità di costruire un indice di deprivazione a livello aggregato, nell’ambito di piccole aree, nei cinque Paesi europei soggetto dello studio: Francia, Italia, Spagna, Portogallo, Inghilterra, basandosi sul concetto di deprivazione relativa.

Lo sviluppo dell’indice EDI si basa sul presupposto che, nonostante le differenze contestuali e socio-culturali di ogni Paese, l’esperienza della deprivazione è comune ed è misurabile e comparabile utilizzando delle variabili, anche diverse, in ogni Paese. Per tale ragione e considerato che i dati dell’indagine EU-SILC sono a disposizione dei Paesi membri dell’EU, lo studio auspica l’applicazione di tale indice di misurazione a tutti i 28 Stati dell’Unione Europea, affinché la deprivazione possa essere comparata e non solo analizzata parzialmente nei singoli territori. L’analisi sistematica dei meccanismi di produzione e riproduzione della deprivazione permetterebbe, inoltre, l’attuazione di politiche europee, anche sanitarie, congiunte e strutturate più puntuali e dunque, si auspica, più efficaci.

Accedi al testo completo dell’ articolo Development of a cross-cultural deprivation index in five European countries

Traduzione, sintesi e commento a cura di:

Castaldo M., Petrelli A., Fortino A. Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e per il contrasto delle malattie della Povertà (INMP)