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Disuguaglianze di salute

Nuove evidenze dallo studio Epicor sulla relazione tra titolo di studio e malattie cardio e cerebrovascolari

Tempo di lettura: 2 minuti

dente_dileoneL’articolo “The Association between Educational Level and Cardiovascular and Cerebrovascular Diseases within the EPICOR Study: New Evidence for an Old Inequality Problem”, scritto da ricercatori del Servizio Sovrazonale di Epidemiologia dell’ASL TO3 e dell’Unità di Epidemiologia dell’AOU Città della Salute e della Scienza di Torino, in collaborazione con altri centri epidemiologici italiani, presenta i risultati di uno studio sull’associazione tra il livello socioeconomico e l’incidenza di malattie cardio e cerebrovascolari.

Lo studio è stato condotto su una popolazione di circa 50.000 persone italiane provenienti da cinque centri (Torino, Varese, Firenze, Napoli e Ragusa) che negli anni ’90 hanno partecipato allo studio EPIC-Italia. Ogni persona inclusa nello studio ha risposto ad un approfondito questionario sulle abitudini alimentari e gli stili di vita e ha donato un campione di sangue. I partecipanti allo studio hanno fornito il consenso all’utilizzo per scopi di ricerca dei loro dati sanitari.

Per stimare il livello socioeconomico della popolazione in studio è stato utilizzato il livello di istruzione raccolto nel questionario in quanto, in particolare in Italia, non è sempre possibile raccogliere l’informazione sul reddito individuale e della famiglia. Nonostante questo limite, molti studi hanno dimostrato che questa variabile è ugualmente un buon indicatore di livello socioeconomico.

La ricerca condotta ha evidenziato come un più basso livello di istruzione sia un fattore di rischio per l’incidenza di infarto e delle altre patologie cardiovascolari. Nelle donne l’associazione è più forte che negli uomini e l’aumento del rischio di ammalarsi è di circa il 40% per le donne meno istruite rispetto a quelle maggiormente istruite. L’associazione è meno evidente con le patologie cerebrovascolari (principalmente ictus).

Poiché non è plausibile che l’effetto di aumento del rischio sia dovuto ad un’azione biologica diretta del titolo di studio sulla malattia cardiovascolare, i ricercatori hanno orientato le analisi sui potenziali fattori intermedi di questa relazione. In particolare sono andati a verificare quali stili di vita e quali condizioni sanitarie che possono compromettere l’apparato cardiovascolare siano influenzate dal livello socioeconomico dei soggetti.

Utilizzando una tecnica statistica avanzata (i modelli ad equazioni strutturali), lo studio ha mostrato come un basso livello di istruzione contribuisca ad avere delle abitudini alimentari peggiori e un maggiore sovrappeso, a fare meno attività fisica e a fumare di più. Ha mostrato inoltre che tali differenze nello stile di vita spiegano in gran parte la maggiore incidenza di malattie cardiovascolari nella fascia di popolazione meno istruita. E’ stato inoltre evidenziato come i soggetti con più basso livello di istruzione abbiano anche livelli più elevati di diabete, iperlipidemia e ipertensione. Questi fattori più clinici però non sono risultati intermedi nel meccanismo di associazione tra livelli socioeconomici e malattie cardiovascolari.

Lo studio evidenzia quindi come lo stile di vita e non la prevalenza di altri fattori di rischio clinici o patologie sia un fattore intermedio dell’associazione tra livelli socioeconomici e malattie cardiovascolari anche se questo non è l’unico meccanismo. Gli autori concludono la discussione suggerendo alcune ulteriori variabili biologiche che potrebbero essere studiate in ricerche future come fattori intermedi nella relazione fra livello socioeconomico e malattie cardiovascolari, in particolare la misurazione di alcuni ormoni ematici quali il cortisolo (e altri ormoni legati allo stress).

 

Ricceri F, Sacerdote C, Giraudo MT, Fasanelli F, Lenzo G, Galli M, et al. (2016) The Association between Educational Level and Cardiovascular and Cerebrovascular Diseases within the EPICOR Study: New Evidence for an Old Inequality Problem. PLoS ONE 11(10): e0164130. doi:10.1371/journal.pone.0164130